Brno, Pedrosa vola. Spies è secondo Rossi scivola: "Peccato, ero da pole"

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  1. HystonAir
     
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    Altra caduta per Vale, ma senza conseguenze. E oggi l'annuncio del passaggio alla Ducati.

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    Mancano tre minuti alla fine delle qualifiche, e scivola Lorenzo. La sua Yamaha, dopo un domino di rimbalzi pazzi, si adagia in equilibrio precario su una pila di gomme, quasi come sopra uno strano cornicione. Passa un minuto e a scivolare è Valentino. I duellanti a terra, in rapida successione. Lo spagnolo resta terzo in griglia, Rossi quinto. Pedrosa in pole.
    Sono due cadute simili nella dinamica, non nell’effetto scenico. Lorenzo nella polvere, quest’anno, è un fatto inedito. Mai una sbavatura in prova, sempre all’arrivo in gara (sei primi e tre secondi posti). «È stato il mio sabato pomeriggio peggiore, non avevo proprio feeling». Lo ha detto col muso lungo. Poi però ha scherzato con i fotografi quasi investiti dalla sua moto, posizionati giusto dietro il cornicione di cui sopra.
    Vedere Rossi a terra nel 2010 non è invece una novità. Rispetto al Mugello, per fortuna, è tutto diverso. «Se proprio devi cadere, non c’è modo migliore. Non ho avuto paura per la gamba». Dopo la caduta, Rossi ha gesticolato platealmente. «La prima cosa che ho pensato è stata: “C...o!”. Era il mio primo giro lanciato e avrei fatto 1’56.8, cioè prima fila. Sono sicuro che a quello successivo sarei andato in pole o a un passo da Dani. Così invece partirò dalla seconda fila. Un errore mio, forse la velocità era eccessiva. Sono arrivato alla curva con uno 0.7 in più di chilometri orari, magari è stato decisivo. Di sicuro ho piegato troppo. Spiace, ma poi ti calmi e capisci che puoi giocartela coi primi».
    Al Sachsenring, Rossi aveva informato di voler usare i primi gran premi come rodaggio, per poi puntare alla vittoria a Brno. «Non ho detto così». Lo ha detto eccome: convalescenza in Germania e Laguna Seca, al top qui. «È una cosa diversa. Sento ancora un po’ male, ma credo di avere scongiurato l’operazione alla spalla». Ben Spies ha conquistato un ottimo secondo posto. «Lui ama questo circuito, però noi abbiamo un passo di gara superiore». Qualche spazio per le solite - trite e ritrite - domande interiste («Mourinho e Balotelli sono grandi perdite per il calcio italiano. Mario? Lo conosco da quando era ragazzino. È simpatico, in Inghilterra starà bene, mentalmente è un ambiente più facile»). Quindi la battuta finale: e se in gara pioverà? «Ci bagneremo». Lapalissiano.
    Acqua o non acqua, ieri a piovere sono state le cadute: Lorenzo, Rossi, Barbera, Simoncelli, Hayden e Bautista. Quest’ultimo ha saltato le prove per un incidente al mattino, ma al via ci sarà. Come ci sarà Melandri, 14esimo. A fine anno andrà quasi sicuramente in Superbike alla Bmw. «Ero venuto alla Honda San Carlo con ottimismo, ma i team satellite servono più come sponsor delle scuderie ufficiali che non per vincere. Sono deluso. Correre per fare numero non ha senso. Le occasioni buone le ho avute in passato. Non sono andate bene, non solo per colpa mia. La MotoGp è un mondo dove più della bravura conta la politica, io non sono mai stato appoggiato». Appena più allegro Simoncelli, 12esimo: «Sono caduto al mattino e al pomeriggio, sempre al terzo giro: mi sa che devo darmi una calmata».
    È l’Italia che piange o comunque non ride. Quella di Dovizioso, sesto; di Capirossi, decimo. Per quella che sogna, e monopolizza, l’appuntamento è per stasera, il Giorno dell’Annuncio, quando Rossi in Ducati non sarà più il segreto di Pulcinella.
     
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0 replies since 15/8/2010, 11:26   18 views
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