Cassano si scusa con Garrone "Voglio restare alla Samp"

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  1. Bibo90
     
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    Ecco le frasi irripetibili. Antonio: "Ho parlato col presidente. Non si tiene conto che con mia moglie vivo un momento particolare". La Sampdoria ha chiesto la rescissione unilaterale del contratto e il blocco dello stipendio: "È in gioco la nostra credibilità". Il barese: "Quanto accaduto non tiene conto del particolare momento che sto vivendo con mia moglie".



    GENOVA, 31 ottobre 2010 - Non uno sfogo. Di più, di peggio. Un gesto di follia ingiustificabile, anche se ieri i tifosi sampdoriani presenti a Bogliasco (davanti a una squadra che si è allenata ed è partita per Cesena senza Cassano) auspicavano ancora una riappacificazione. L’uomo che martedì scorso alle diciassette ha apostrofato con termini ignobili Riccardo Garrone è lo stesso che trentotto mesi fa (18 agosto 2007, primo giorno del barese a Genova) era stato presentato dal presidente come un "uomo di umanità, responsabilità e rispettoso delle regole". Un’altra storia: venerdì la Samp ha inoltrato domanda di arbitrato con rito accelerato, via raccomandata e telefax, al Collegio Arbitrale della Lega e all’indirizzo romano del giocatore. Un passo che al presidente, sinceramente legato ad Antonio, è costato moltissimo. La Gazzetta è in grado di documentare ciò che la società blucerchiata chiede alla Lega (anche) attraverso il racconto dei fatti: l’"esclusione da preparazione e/o allenamenti con sospensione degli emolumenti" e "la risoluzione del contratto".

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    Il presidente Riccardo Garrone e Antonio Cassano.

    Le scuse di Antonio — E ora Antonio prova a giustificarsi, parlando per la prima volta dopo l'accaduto e accennando a problemi di famiglia. Finalmente si scusa pubblicamente con Garrone: "Sono dispiaciuto per quanto accaduto e peraltro ho già chiesto scusa al dottor Garrone, al quale voglio molto bene, in presenza dei compagni di squadra. Ai miei compagni faccio un grande 'in bocca al lupo' per la partita di Cesena Ho letto che tutta la vicenda sarebbe collegata a speculazioni di mercato ma ribadisco che, sempre che ce ne sia la possibilità, è mia ferma intenzione rimanere alla Sampdoria. Quanto accaduto non tiene conto del particolare momento che sto vivendo insieme a mia moglie - ha dichiarato all'Ansa -. Se voglio starle vicino il più possibile, compatibilmente con i miei tantissimi impegni agonistici, un motivo ci sarà ma non voglio rendere pubblica la mia privacy".

    Verso l'addio — Nel procedimento sportivo la Samp verrà difesa e rappresentata dall’avvocato Andrea Galli, del Foro di Perugia. In subordine si chiede "la sospensione dagli allenamenti e dalla preparazione almeno fino al termine della corrente stagione e la sospensione totale della retribuzione" sino a giugno, indicata al lordo in 5,368 milioni annui sino al 2013. O, in ultima istanza, "la riduzione della retribuzione nella misura massima possibile" fino a giugno, oltre al pagamento da parte del giocatore di tutte le spese giudiziarie.

    Gli insulti — Lo svolgersi dei fatti, secondo l’accusa di Garrone, è agghiacciante per la gravità delle espressioni di Cassano. Quel giorno, nella sala-riunione al primo piano del "Mugnaini", il presidente gli ha chiesto "di presenziare la sera stessa al premio Rete d'argento a Sestri Levante". Al "secco e immediato rifiuto" del giocatore, Garrone domandò: "Perché?". "Perché no". Il presidente ha provato a insistere chiedendogli "di esaudire questo mio desiderio personale", assicurandogli "che sarebbe rimasto solo i minuti necessari alla consegna del premio". Qui Antonio ha tracimato: la Gazzetta si scusa con i lettori per la pesantezza del linguaggio, ma riportarlo aiuta a capire le decisioni successive. Cassano: "Eh sì che io vado a prendere un premio in quella merda di albergo". Garrone: "Ma chi credi di essere?". Cassano: "Perché alza la voce?". Garrone: "Non ho mai alzato la voce con te". "A quel punto — si legge nel documento firmato dal presidente — Cassano si alzò d’impeto ed uscì sbattendo violentemente la porta e imboccò le scale esterne che portano agli spogliatoi". Poco dopo Garrone ha sentito Cassano "che ad alta voce mi gridava "fanculo", affermazione percepita anche da una ventina di tifosi".

    La vergogna
    — L’ira di Cassano riprendeva negli spogliatoi, con "una quantità innumerevole di insulti tra i quali ho percepito di sicuro — spiega il presidente — dei sonori 'vaffanculo', 'vecchio di merda', e 'bocchini' vari", davanti ad alcuni giocatori, "fra i quali Pazzini, Lucchini, Marilungo, Pozzi e Dessena, oltre ad altri tesserati". Garrone segnala che "parte di questo episodio è stata anche sottoscritta da Giorgio Ajazzone (team manager, n.d.r.) e da Alberto Marangon (responsabile della comunicazione, n.d.r.), "i quali riferiscono sia sulla veemenza della reazione sia su alcuni degli specifici insulti ("vecchio di merda" e "fighi de' bocchin!")".

    Silenzio-assenso — A ulteriore conferma della veridicità del racconto, si constata che "i fatti esposti" sono "non contrastati e non contestabili dal calciatore". Non solo: il club viene privato "dell’opportunità di ricavare corrispettivi" dalla sua eventuale cessione futura. E ancora: "E’ in gioco la credibilità dell’intero staff dirigenziale e in difetto di una sanzione esemplare tutti i tesserati avrebbero libero diritto di ogni comportamento". La Samp si riserva "in altro e separato giudizio ogni azione per i danni" legati all’immagine lesa dei propri "partner commerciali e sponsor".

    Parla Antonio — Intanto Cassano rompe il silenzio e cerca di difendersi.

     
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  2. Dandino.
     
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    Bravo, bravo. Mi servi al fanta, per il resto puoi anche andartene a fanculo.
     
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1 replies since 31/10/2010, 15:28   30 views
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