Ciao... mio Capitano

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  1. Goin' Part Two
     
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    Una notte di stelle...una notte che rimane indelebile. Julio Cesar in ginocchio davanti alla follia pura di quel “genietto” col numero sette sulle spalle ed una fascia al braccio come simbolo da condottiero. Lui è Peppe Mascara, il capitano capace quella notte di coronare un sogno...miglior marcatore in serie A della storia del Catania ed un mostro sacro come Memo Prenna scavalcato nei ricordi e nelle emozioni.



    Ricordi tanti, sentimenti contrastanti che si sono fusi in un matrimonio pieno di passione e pathos. Tutto perdonato fin da quel giorno d'estate quando Angelozzi lo portò a Catania per risorgere, accolto però con sentimenti contrastanti e abbracci a scacciare via il suo passato “irpino” con tanto di gol contro il Catania neo negativo che aveva fatto tremare i supporter etnei. La partita contro il Cagliari, in casa, consegnò un nuovo giocatore, un nuovo Mascara che non smetteva mai di correre e di regalare perle. Cosi Colantuono lo mise li, a sinistra, sulla fascia, un ruolo strano per lui, ma alla fine letteralmente devastante. Indimenticabili le sue 13 perle, gol di rara fattura, nessuno mai banale...perche' la consuetudine e la semplicità non fanno parte del suo dna tecnico.



    Peppe correva, scattava e sulla fascia non si fermava più: tocchi felpati e gol da urlo con parabole impossibili, ma a fine stagione i contratti tutti pro Perugia del signor Gaucci portavano quel folletto indemoniato via dalla quella piazza ormai madre. Lui senza quell'affetto si chiudeva a riccio nella fredda Perugia e un infortunio lo limitava in toto. Il progetto Pulvirenti verso la serie A, quando tutto sembrava definito e pronto, regalava a Pasquale Marino la ciliegina sulla torta e Mascara riabbracciava la sua mamma Catania.



    Annata indimenticabile, unico vero trascinatore, una squadra invasata, esaltata dal cecchino Spinesi e dalle perle di Mascara e De Zerbi. Un anno speciale, un anno di Mascara...la sete di emozione da parte del tifoso etneo veniva subito lenita, con nuovi saggi di classe cristallina, di un talento limitato dagli infortuni nella sua carriera, ma che a Catania ritrovava se stesso e il piacere di donare. La notte contro il Mantova lo incoronava re...le sue serpentine ad ubriacare i birilli mantovani con le luci del tempio Massimino ad illuminare la sua tripletta da urlo ad inginocchiare la rivale del momento. Non si fermava Mascara e trascinava il gruppo di Marino: ingrato e cinico nel consegnare anche un dispiacere al suo mentore Colantuono, quel colpo sotto a scavalcare Calderoni per annientare l'Atalanta in casa sua con il piccolo principe sul trono della serie B con il suo Catania. La seria A era sua, chiudeva con 14 sigilli, e della sua patria sportiva, una giornata indimenticabile che apriva un nuovo ciclo per la sua carriera e per la storia.



    Difficili e sicuramente non semplici i primi anni nella massima serie, forse anche con troppe responsabilità e pressioni. Nonostante tutto, Mascara brillava ancora di luce propria, contro tutto e tutti, cartellini rossi e cali fisici. Julio Cesar prima di quel mitico cucchiaio era stato bombardato in casa sua dalla parabola beffarda di Peppegol proprio davanti agli occhi di Roberto Mancini. Tutti cominciavano a conoscere le “Mascarate”, i suoi gesti tecnici diventavano marchio di garanzia firmato Mascara. Non molte le reti come dicevano nei due anni che consegnavano salvezze al cardiopalma, ma lui continuava ad essere leader, a non mollare e tutelare polemiche e mugugni. Mascara cominciava a diventare il Mascara anche del sacrificio e della duttilità tattica, votata al bene della squadra e del suo equilibrio. Limitato da Baldini, risorgeva con Zenga bravo a restituirgli la patente dell’essere decisivo, dietro le punte, senza eccessivi compiti di marcatura avvicinandolo a quella porta tanto amata ad esaltare i suoi piedi fatati.



    Il suo Campionato, il campionato e l’anno di Peppe Mascara con il Monte Pellegrino ignaro e impaurito da quel missile terra area a tramortire il Palermo nel derby, per scrivere un nuovo capitolo, indelebile, della sua storia personale e di quella del Club. Nessuno dimenticherà caro Capitano cosa sei stato capace di fare quel giorno, esaltando il tuo istinto e consegnando a te stesso paragoni illustri, con mostri sacri del calcio come Maradona. Il resto e’ storia recente, ancora rimonte e ancora salvezza. Lui, faro e guida del gruppo, capace di risorgere dalle ceneri dell’ultimo posto per materializzare, assieme ai suoi compagni, un record straordinario nel girone di ritorno.



    Oggi i commenti non servono e i giudizi positivi o negativi sono solo un impoverimento della discussione. Oggi la lacrima scende giù, solcando però un viso pieno di gioia nel ripercorrere quella storia; la storia di Mascara con la sua mamma Catania, i capitoli dell’amore e della passione, gli attimi dei sentimenti e delle emozioni grazie al suo genio, ai suoi gol…a ciò che e’ calcio e rimarrà storia, la storia di Mascara con il suo Catania.

     
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    Frutto di un'Italia andata ormai a Fanculo!

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    Dove nasci, dove cresci: quando parti poi ritorni. Se ci vivi per amore resta il posto dove muori.

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    Manco fosse crepato, oh.
     
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  3. sghizzo1989
     
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    E' una brutta batosta questa.
     
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  4. Dandino.
     
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    Mascarammerda.
     
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  5. Francesco xy;
     
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    Che merda, mi dispiace sul serio, manco fossi del Catania...
     
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  6. Bibo90
     
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    Ripeto è una vergogna, ci son rimasto male anche io quando l'ho sentito...vergogna lui e la società...
     
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5 replies since 31/1/2011, 22:45   75 views
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